ORDINARY Graphic Novel – Sceneggiatura Emiliano Reali, Illustrazioni Giuditta Gaudioso, DEd’A 2013, 978-88-96121-90-0, pag 166.
Ve lo ricordate tutto il chiacchiericcio di qualche tempo fa su Roberto Bolle, “accusato” (notate il termine) di essere gay? Il povero Roberto ha passato più tempo a smentire in punta di piedi che sulle punte a ballare! E Roul Bova, che si è “dovuto” giustificare di fronte alle voci che volevano che la sua separazione dalla moglie fosse dovuta alla scoperta della sua omosessualità? Roul ha dichiarato sui social network che si è sentito in dovere di rispondere per tutelare i suoi figli. Non parliamo poi del divino George, Clooney all’anagrafe, il quale per fortuna non si è sprecato a smentire le presunte voci sul contratto-copertura con la Canalis (cui, peraltro, ha il merito di aver regalato qualche attimo di celebrità che altrimenti lei mai avrebbe avuto per doti artistiche!). La mia reazione di fronte a queste presunte ‘notizie’ è sempre stata semplice: echissenefrega?! Eppure questo atteggiamento non è recente, anzi, la storia ci insegna che le questioni sessuali non sono mai state cosa privata: è noto (Cicerone non se l’è sentita di tacerlo!) che di Cesare si dicesse che era marito di tutte le mogli e moglie di tutti i mariti.
Insomma, dà sommo diletto il parlare pubblicamente di ciò che il buongusto e il buonsenso vorrebbero fosse argomento quantomai privato. Il gossip, attività apparentemente innocua e divertente, ha l’indubbio, enorme, noto difetto di far male. Questo perché non rende giustizia alla complessità di realtà intime e personali e a situazioni affatto facili da affrontare, liquidando il tutto nell’effimero godimento di una chiacchiera e un sorriso.
Questo di base. Se alla delicatezza del tema “identità sessuale” poi, a complicare il tutto, si aggiunge la variante adolescenza, il gioco è fatto! La graphic novel “Ordinary” affronta proprio questi delicatissimi passaggi, seguendo il percorso intimo di un ragazzo alle prese con la propria sessualità, la difficoltà di accettarsi e la necessità di affrontare scelte coraggiose. Tratta dall’omonimo romanzo di Emiliano Reali (che cura anche la riduzione del testo), con le illustrazioni di Giuditta Gaudioso, la graphic novel narra una storia comune, ordinaria, di lotta contro giudizi, pregiudizi, cliché, luoghi comuni.
È storia della difficoltà di riuscire a prescindere dal bisogno di sentirsi amati e protetti, ed in questo la graphic novel racconta aspirazioni universalmente comuni: lotta, difficoltà, bisogno di amare e di essere amati. Diego, il protagonista della vicenda, rappresenta tutti noi in cammino alla ricerca della nostra identità. Quando, in questo percorso, inciampa in una dimensione così complicata, all’interno ma soprattutto all’esterno, qual è la condizione sessuale, tutto gli appare insormontabile, inaffrontabile. Ma la strada c’è è la si trova senza il navigatore satellitare, perché è un sentiero che ognuno delinea per se stesso, nello sforzo -titanico- di uscire dalla condizione di vittima fino ad approdare alla scelta consapevole di essere ciò che si è.
Sembra impossibile, sembra un atto anacronistico come affermare che la terra non è il centro dell’universo, che il creazionismo è cosa superata, eppure, alle soglie del 2014, c’è ancora bisogno di parlarne e veicolare ai giovani (ma non solo) il messaggio che la propria sessualità può e deve essere vissuta serenamente e che venire rispettati in quanto esseri umani è un diritto acquisito alla nascita e non negoziabile, così come l’amare e l’essere amati.
E questo lungo cammino di ricerca, che la graphic novel descrive, finisce per restituire speranza. Speranza di potecela fare perchè, in fondo, un modo c’è sempre. È questo il merito più grande di ‘Ordinary’: riuscire a raccontare una storia cercando e creando un linguaggio nuovo, che strizza l’occhio ai digitalmente nativi per l’uso della realtà aumentata e che unisce al racconto di temi così delicati l’immediatezza e la poesia delle immagini.
Superata la teoria geocentrica, in declino l’antropocentrismo, attendiamo fiduciosi il tramonto anche di questa brutta abitudine di mettere al centro della vita la sessualità, che è solo una parte (seppur bella e gioiosa) del tutto.
Marco Melluso e Diego Schiavo per malacopia
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