Disinformazione organizzata
Capita sempre più spesso al giorno d’oggi di incappare in qualche bufala… E non intendiamo una mucca doc campana o pugliese! Parliamo di quelle che pascolano specialmente sul web o sui social network.
Ma che cosa è una bufala? Affidiamoci ad una fonte generalmente informata e controllata ma sulla quale bisogna sempre vigilare: Wikipedia.
“Il termine bufala può indicare un’affermazione falsa o inverosimile. Può perciò essere volta a ingannare il pubblico, presentando deliberatamente per reale qualcosa di falso o artefatto. In alcuni casi si prefigura il reato di truffa, nel caso in cui l’autore, o gli autori, procurino per sé o per altri un ingiusto profitto a scapito delle vittime”.
Oggigiorno siamo spesso troppo inclini a pensare che una bufala sia, tutto sommato, solo una burla, un gioco nel quale ogni tanto possiamo cadere tutti…niente di più. Purtroppo, invece, la cosa non è così banale e spesso c’è gente che lucra malignamente su queste cose e trae beneficio dal dilagare della disinformazione. Chi pensa che le bufale siano animali innocui, per proseguire con la metafora, voglio segnalare questa ricerca.
In sintesi, questo studio congiunto che ha unito la Northeastern University di Boston, l’Università di Lione e l’IMT di Lucca, sotto la direzione del prof. Walter Quattrociocchi, ha dimostrato il potere immenso che la disinformazione complottista ha ottenuto con il crescere del web in una ricerca dal titolo rivelatore: «Collective Attention in the Age of (Mis)information», ovvero: “L’attenzione collettiva nell’età della (dis)informazione”.
I media “alternativi” che diffondono false notizie stanno assumendo sempre più potere persuasivo sulla gente, facendo leva sulla creduloneria e sulle angosce diffuse delle persone. Le bufale si diffondono quindi in maniera capillare e con una rapidità sconcertante; è per questo che è nostro dovere combatterle, nel limite delle possibilità di ciascuno ovviamente. Sottovalutare tutto questo vorrebbe dire essere complici della nostra involuzione e dei danni che ne deriveranno.
Pensate stiamo esagerando? State a sentire allora. La stragrande maggioranza delle bufale che circolano nel nostro Paese ha origine negli Stati Uniti e ormai le importiamo come un prodotto di largo consumo. Per esempio, la bufala della correlazione tra i vaccini e l’autismo è nata negli USA e – inutile dirlo -non ha portato a nulla di buono. Come diretta conseguenza, infatti, moltissime famiglie, impaurite dai toni sensazionalistici delle notizie, non hanno portato i propri figli ad eseguire i più basilari vaccini. Ebbene, negli USA il morbillo (debellato nel 2000) è tornato tristemente di moda: 54 casi nel 2012, 187 nel 2013 e ben 664 nel 2014! E se al posto del morbillo dovessero ricomparire il tetano o la poliomelite?!
Ci fanno ancora così tanto ridere le bufale? Pensiamo ancora siano delle burle da quattro soldi, a volte di cattivo gusto come quando viene data l’ennesima falsa notizia della morte di Paolo Villaggio?
A questo punto, che si fa? Per prima cosa, si cerca di essere meno superficiali, provando, ad esempio, ad andare più a fondo a certe questioni, soprattutto prima di fare un click su “condividi” e divenire il veicolo di propogazione di false notize su facebook. Riflettete: in quest’ottica, noi agiamo proprio come un virus, possiamo decidere di essere portatori sani di spirito critico e di buon senso, oppure possiamo decidere, più o meno consapevolmente, di fare la guerra a tutto questo e a noi stessi. Il problema non è da sottovalutare e quando un utente si avvia per la strada delle leggende online tende poi a perdersi in un labirinto infinito di bugie: chi è disposto a bersi la bufala dell’Aids che non deriva dal virus dell’Hiv, deduce poi che l’Aids è stato creato dal governo americano per decimare gli afro-americani, e così via… Un breve passo e si arriva alle tesi cospirazioniste dell’11 settembre, al Club Bilderberg che controllerebbe l’economia globale, alle scie chimiche etc… Insomma, date uno sguardo al web, edicole e talk show… C’è di che preoccuparsi seriamente.
Ecco perché il CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze), fondato da Piero Angela nel 1989, porta avanti la sua lotta alla disinformazione scientifica promuovendo iniziative ed eventi all’insegna della corretta informazione. Una tra queste è proprio la realizzazione di un TV-Show interamente dedicato al metodo scientifico che si propone di analizzare fatti ed eventi per non cadere nelle più becere trappole della disinformazione.
Questa lodevole iniziativa, portata avanti dai volontari del CICAP Emilia Romagna, è stata possibile grazie all’aiuto di alcuni giovani filmakers professionisti. La troupe, capitanata dal regista Enrico Muzzi, ha realizzato le riprese dell’episodio pilota interamente su green screen. Questo permetterà di ricreare un ambiente virtuale nel quale far muovere gli ospiti e il conduttore Silvano Cavallina, facendo sì che i contenuti grafici e gli effetti speciali digitali siano da supporto alla narrazione.
Per questo progetto è nata anche una campagna di raccolta fondi su Indiegogo che vi invitiamo a visitare. Ci aspettiamo che voi che ci leggete e avete già condiviso le nostre iniziative, siate in prima linea nel dare il vostro contributo alla scienza, per non lasciare che si spegna il lume della ragione!
…. malacopia
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