“Questo umore nero ci porterà alla tomba”

Romeo e Giulietta di William Shakespeare regia di Gigi Proietti al Silvano Toti Globe Theatre di Roma dall’8 luglio al 3 agosto 2014.

Malacopia_Romeo&Giulietta_proietti_1In attesa di un estate che tarda ad arrivare, fra piogge torrentizie e un caldo tropicale asfissiante, il Silvano Toti Globe Theatre di Roma apre le porte e dà inizio alla undicesima stagione di teatro shakespeariano all’aperto, nell’incantevole cornice di Villa Borghese, sotto un cielo a volte stellato a volte no…

Dopo il classico annuncio di spegnere il cellulare e non fare foto con flash, avanza timidamente in proscenio il direttore artistico della manifestazione Gigi Proietti, accolto da un fragoroso applauso. Ci illustra con non poco impaccio il cartellone delle prossime serate estive, con l’apertura de “Romeo e Giulietta“, ripreso dopo il successo della scorsa stagione, testimonianza che un cavallo di battaglia se funziona va assolutamente riproposto. Per altro, lo stesso spettacolo debuttava dieci anni fa proprio in apertura dello spazio dedicato al bardo londinese sempre con la direzione di Proietti, “undici anni di gestione con un trend… in crescita”. Seguirà un altro spettacolo storico a memoria di un regista di casa al Globe, il Sogno di una notte di mezza estate con la regia del compianto Riccardo Cavallo, venuto a mancare ottobre scorso. Poi sarà la volta di Molto rumore per nulla a regia di Loredana Scaramella e, infine, un Pene d’amor perdute, regia di Alvaro Piccardi. A conclusione delle rappresentazioni, la novità sarà un festival di un paio di giorni ‘per divertisse’  sulle suggestioni provocate dall’immaginario di tutta la produzione di William Shakespeare.

Malacopia_Romeo&Giulietta_proietti_2La timidezza e la goliardia sparisce dal viso dell’attore quando Gigi Proietti intona con serietà e compunta partecipazione il prologo, che spesso viene omesso, all’opera che si andrà ad assistere: pochi minuti di grande teatro che valgono l’intera serata. Palco sobrio, nudo e netto da qualsiasi elemento scenografico, solo una pedanina nella prima parte ed un letto bara nella seconda, come ad esaltare il valore di un processo ad una faida assolutamente inutile.

Proietti ci introduce alla storia dell’eterna rivalità delle due famiglie in Verona, Capuleti e Montecchi, fra bande di opposta fazione, qui rapper contro skinheads, che ne fa a tutti gli effetti un storia contemporanea. Anche il principe invece è un governante con tanto di guardie del corpo con radiomicrofoni. Romeo invece è un giovane fighetto, tutto perfettino, ragione e sentimento. Ma tutto cambia, tutto si ribalta quando padre Capuleti dà inizio alla annunciata festa che farà incontrare i due giovani protagonisti, introdotta da musica a palla dei Buggles Video killed the radio star e da un balletto dai tempi stilizzati. Da quel momento in poi, il regista Proietti è come se virgolettasse il tutto per farci rivivere in un sogno, come in un rewind, tutta la tragedia dei due sfortunati amanti.

Abiti d’epoca si sostituiscono alla contemporaneità, ed atmosfere più rarefatte vengo alla ribalta in un turbinio di situazioni sempre al limite fra tragedia e commedia – con un taglio decisamente scorrevole ed attuale nella bella traduzione di Angelo Dallagiacoma – che ci riporteranno alla fine, quando tregua sarà fatta e ci riportano alla contemporaneità dei giorni nostri.

Malacopia_Romeo&Giulietta_proietti_3In realtà, quello che tenta di raccontarci Shakespeare è che nonostante la diversità, le fazioni opposte delle due famiglie, che con il matrimonio potrebbero contribuire positivamente al buon esito nell’incontro fra i due ragazzi portando pace e riconciliazione fra le loro famiglie, come sostiene e favoreggia il buon Frate Lorenzo, sono simbolo dell’impossibilità di amare in un paese libero. L’amore non può cancellare tutto, l’amore è vittima di interesse e opportunismo. Solo dopo l’eccidio dei due innocenti, lo spreco di due giovani vite si può riscrivere finalmente un codice di civile convivenza. Lo spettacolo sembra proiettato verso questo dettato.

Il successo dell’operazione si deve alla bravura indiscussa dei due protagonisti, “inscritti nel libro amaro della sfortuna”, anima e spirito, freschezza e bellezza, che come i due eroi della storia portano in scena furore ed irriverenza, vigore ed immaturità, incoerenza e incoscienza tipica della loro gioventù: il sensibile e volitivo Matteo Vignati, Romeo, e Mimosa Campironi, bella come un quadro di Velasquez, che regala alla sua Giuletta una commozione ed un innocenza di raro incanto. Da menzionare anche la bravissima Francesca Ciochetti, la quale appena smessi i panni di Elettra in quel di Siracusa per il Ciclo delle Rappresentazioni Classiche, è qui una allegrotta Mary Poppins in abiti d’epoca, un istitutrice comicissima e tenera al tempo stesso. Lo spirito intrepido (come da traduzione) di Mercuzio, sempre in bilico sulla sottile lama di un ironia condita a un inevitabile e irreparabile tragedia, è interpretato dal baldanzoso Fausto Cabra; e l’ineffabile rapper Guglielmo Poggi veste i panni di Benvolio. Completa il cast, a parte i giovanissimi interpreti, tutti eccezionalmente bravi, per accentuare ancor di più il divario generazionale e qui per fortuna anche artistico, un nutrito gruppo di attori di comprovata esperienza come Gianluigi Fogacci, Martino Duane, Roberto Mantovani e Loredana Piedimonte.

Lo scontro è ancora aperto! Chi vincerà?

Mario Di Calo per malacopia

Malacopia_Romeo&Giulietta_proietti_4Politeama s.r.l. presenta
Romeo e Giulietta di William Shakespeare,
traduzione Angelo Dallagiacoma,
regia Gigi Proietti
con: Fausto Cabra, Mimosa Campironi, Francesca Ciocchetti, Martino Duane, Diego Facciotti, Gianluigi Fogacci, Roberto Mantovani, Matteo Milani, Loredana Piedimonte, Gugliemo Poggi, Raffaele Proietti, Matteo Vignati.
E con: Nicola Adobati, Lara Balbo, Carlotta Graverini, Lorenzo Grilli, Lorenzo Lucchetti, Francesco Mastroianni, Sebastian Morosini, Valeria Palma, Stefano Patti, Matteo Prosperi, Simone Ruggiero, Francesco Sferrazza Papa.

foto Marco Borrelli

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