“Chi siamo?”
“Cantaaantiiii”
“E cosa vogliamo?”
“Cantaaareee”
“E cosa facciamo?”
“I duetti con gli attoor…ehm”
Dite la verità, l’abito vedo – vedo di Violante Placido vi ha rammollito la proverbiale acidità e non vi siete accorti delle stecche . Poco male. Però non può esservi sfuggito il tentativo – meraviglioso, delicato, quasi materno – di Giusy Ferreri>/b> di tamburellare il ritmo sulla schiena di Alessandro Haber per non farlo andare fuori tempo. Che carina. Mi ha ricordato La Fata Turchina con Pinocchio. L’infanta Imperatrice con Bastian. La mia maestra d’asilo con la bambina che mangiava il pongo.
MI PIACE
Pollice su per le esibizioni, in generale. Un momento di vera poesia è stato toccato quando Cristiano De André ha cantato “Verranno a chiederti del nostro amore”, rievocando la notte in cui Faber l’ha scritta e dedicata, accompagnandosi con la chitarra, a Enrica Rignon, madre di Cristiano e, allora, sua compagna di vita. Non so se capite come è percepito Fabrizio De André qui a Genova. Quanto ancora lo sentiamo nell’aria, nella eco dei vicoli stretti. Quanto è vivo, è nostro, è speciale. So che il sentimento è forte anche fuori Genova, e ne siamo felici e fieri. Ma per noi è come ricordare un amico, qualcuno che conoscevamo bene e vedevamo tutti i giorni.
Quando è morto De André avrebbero dovuto convocarci tutti, dire “scusate, la musica si chiude qui” e andar via. #sanremo2014 #staisanremo
— azael (@azael) 21 Febbraio 2014
Ascoltare Cristiano con gli occhi chiusi è stato come avere di nuovo Fabrizio a casa. Mi è piaciuto il discorso di Peppino Impastato, recitato da Zingaretti. E mi è piaciuto Gino Paoli, che mi ha ricordato perché ho la sensazione di non mettere nel cuore una canzone italiana da un po’ troppo tempo. Manca qualcosa oggi. Qualcosa che si sente in quel che è stato fatto ieri. Anyway, alla fine Fazio è riuscito a rompere (come rompe lui, nessuno mai) l’incantesimo facendo capire al povero Paoli che l’hanno invitato a omaggiare la Scuola Genovese perché è l’unico ancora vivo
E quindi Fazio gli ha detto che se muore l’anno prossimo gli fanno omaggio. #GinoPaoli #mammeasanremo #Sanremo2014
— Motelospiegoapapà (@motelospiego) 21 Febbraio 2014
NON MI PIACE
Questa è facile: Paolo Nutini che canta Dalla che canta Caruso e lo fa in una lingua di sua invenzione.
Imbraccia una ragazza e s’ arriccia la voce. #Nutini #Sanremo2014
— Erika Muscarella (@erikamuscarella) 21 Febbraio 2014
No, ma io me l’immagino un cantante italiano che va ai grammy e canta un pezzo americano con l’inglese di Fassino
— Ubikindred (@Ubikindred) 21 Febbraio 2014
Certe cose non puoi perdonarle neanche a un figo #Sanremo2014
— Sara Boero (@SaraTheHamzter) 21 Febbraio 2014
Non mi è piaciuto per un fatto personale, e cioè che odio gli italiani che storpiano le canzoni inglesi, e quindi mi dà fastidio anche il contrario. E non mi è piaciuto per un fatto di rispetto. Fategli cantare, che so, “le tagliatelle di nonna Pina”, piuttosto!
TOMMY LEE
TOMMY LEE? Yeeeeah! E voialtri lo so, lo so che cercate con lo sguardo Pamela. #Sanremo2014
— Erika Muscarella (@erikamuscarella) 21 Febbraio 2014
E ADESSO INDOVINATE CON COSA SUONA LA GRANCASSA TOMMY LEE
— Ubikindred (@Ubikindred) 21 Febbraio 2014
RICCARDO SINIGALLIA
Ovvero, il Grande Escluso. In pratica perché un infame su 300 individui ha fatto la spia.
Adesso ditemi chi é quello che tra 300 persone al concerto di #Sinigallia non si è fatto i cazzi suoi #Sanremo2014 #mammeasanremo
— Motelospiegoapapà (@motelospiego) 21 Febbraio 2014
Che poi, anche lui non è che mi sia sembrato molto convincente; il senso della sua apologia è stato pressappoco “faccio sempre concerti seguiti da poca gente, e invece mi hanno beccato… ma sono in buona fede!”
Cioè, se non ti caca nessuno allora puoi fare il pezzo di Sanremo in anticipo che diventa buonafede? Che senso ha?
— Ubikindred (@Ubikindred) 21 Febbraio 2014
LA BUTTO LÌ
…e se, prima della finale, ci facessimo tutti una #selfie in blocco e la mandassimo a @FraSarcina?
Erika Muscarella… for malacopia
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