Tutte le case del pianeta Terra hanno requisiti minimi di sistema legati all’alimentazione di Uomo. In un certo senso potremmo affermare che una casa è in realtà l’estensione dell’apparato digerente di chi la abita. Ogni unità è dotata infatti di uno spazio per elaborare gli alimenti (cucina) e di un altro per evacuarli dopo averli assimilati (bagno). Un altro elemento, denominato letto, è usato per la trasformazione tra le due fasi, oltre che per una serie di utilizzi personalizzati che vanno dalla riproduzione sessuale alla lettura. Ogni altra aggiunta è una personalizzazione. A seconda della zona del pianeta e dalla ricchezza del proprietario, tutte le funzioni base possono essere raccolte in un unico locale malconcio abitato da molte persone contemporaneamente, o diluite in una serie di stanze abitate da pochissimi individui.
Sul criterio di personalizzazione dobbiamo andare indietro nel tempo e analizzare come Uomo ha iniziato a costruire case.
La specie utilizza casa come la intende oggi da circa 400 generazioni. Prima vagava da un posto all’altro seguendo la selvaggina per cacciare. In quei tempi gli utensili a disposizione di Uomo erano limitati e imprecisi, al punto che spesso si imbatteva in animali molto più feroci di lui e nella foga non si distingueva più chi fosse la preda e chi il predatore.
Quando ha scoperto il fuoco e la possibilità di cuocere ha iniziato a prendere gusto con le ricette e nelle 400 citate generazioni sono apparsi i supermercati che hanno reso superflua la caccia. Quindi sono arrivati i cuochi, poi i conduttori televisivi che propongono ricette e infine gente che a vario titolo spiega come scaldare alimenti prima di mangiarli. L’ultimo stadio raggiunto è quello di un piccolo gruppo di Uomo molto antipatici che si diverte a insultare gente che prova a cucinare.
Non abbiamo dati di quando e come Uomo abbia scoperto il fuoco e abbia iniziato ad elaborare una casa per superare il non trascurabile problema di spostarsi con una fiamma libera. Di fatto la specie ha cominciato a radunarsi in villaggi e organizzarli in dimensioni sempre più grandi. In un lasso di tempo trascurabilissimo per i 4,5 miliardi di anni del pianeta, è passato così da abitare in solitarie grotte naturali scavate dall’acqua nelle montagne dove si sente gocciolare le stalattiti a grotte sintetiche sovrapposte dove si sente lo sciacquone dei piani limitrofi quando i vicini hanno defecato.
Va precisato che, se per le pratiche inquinanti i terrestri sembrano voler abbandonare il pianeta da un momento all’altro, in fatto di abitazioni alcuni terrestri sembrano invece voler rimanere vivi sul pianeta per secoli. Costruiscono case destinate a durare ben oltre la loro morte e soprattutto non tengono conto della crosta.
Fate un piccolo test. Parlate a Uomo, uno qualsiasi, di crosta: penserà immediatamente a specialità gastronomiche locali come torte, pizze, arrosti. Oppure all’espediente che il suo corpo adotta per riparare le ferite superficiali. L’ultima cosa a cui penserà sarà la crosta terrestre. Con il suo limitato senso del tempo, Uomo costruisce infatti edifici complessi dimenticando che la superficie solida di Terra è in realtà un insieme di isolette alla deriva su un mare infuocato di magma. Gli effetti dei movimenti o dello scontro tra le isole (zolle) sembrano non interessare Uomo, almeno finché non si trova davanti ai risultati.
Si potrebbe pensare ai danni come imputabili alla fragilità strutturale di alcune abitazioni più povere, ma il problema non è estraneo neppure alle costruzioni più imponenti.
Ignorando dunque la durata che per Uomo è un dettaglio trascurabile, la creatività umana ha prodotto edifici con vari materiali e che sposano il gusto delle tradizioni locali ottenendo risultati a volte impressionanti per la capacità di integrazione nell’ambiente e a volte bizzarri per come sanno ironizzare sulla stessa esistenza precaria.
Su Terra coesistono edifici progettati per sfruttare al meglio le capacità energetiche degli elementi e che producono energia anziché consumarla, con altre costruzioni che invece dissipano quantità enormi di energia obbligando a inquinare per mantenerle calde in inverno e fresche in estate. Diamo atto a Uomo che ultimamente alcuni dei suoi progettisti si stanno impegnando molto nella direzione degli edifici intelligenti. Questi sono generalmente contrapposti agli edifici deficienti. Dall’altra parte della barricata, infatti, una specie di predatori che potremmo definire i pubblicitari del mattone, stanno impegnandosi con sucesso nel costruire abitazioni che continuano a non tener conto di come le risorse rinnovabili di cui Terra è dotata (sole, vento, geotermicità) unite ad un buon isolamento possano risparmiare al pianeta le conseguenze di molte fonti inquinanti.
…Grüezi a voi!
Stefano Paolo Giussani per malacopia
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