I classici di Liberamente portano nelle aule scolastiche poesia e teatro.
Chissà quante volte ci sarà capitato di proferire o di sentire questa affermazione durante i nostri sudati percorsi scolastici. Metrica, figure retoriche, rime baciate, enjambement, piogge nei pineti, rose fresche aulentissime, Orlandi incazzatissimi, Inferni infernali, cipressi in duplice filar, scaglie di mare e chi più ne ha… Ricordo le nostre prof., disperate, che cercavano di farci amare questa forma d’arte a noi che, a parte qualche animo sensibile, restavamo indifferenti e impermeabili. Le abbiamo poi riscoperte da adulti e lette, amate, azni, adorate.
Un gruppo di giovani e bravissimi attori professionisti, consapevoli di questi drammi scolastici ed appassionati non solo di teatro ma anche di testi poetici, hanno avuto una doppia idea semplice ma straordinaria: hanno preparato delle “lezioni spettacolo” sulla poesia, dove didattica e teatro si fondono. Hanno così spostato il teatro dalle sue sedi consacrate alle aule scolastiche.
È nato, così, il progetto “I classici Liberamente”, che si prefigge l’obiettivo di avvicinare gli studenti a vari momenti della letteratura italiana, esplorati anche con l’aiuto di supporti multimediali e utilizzando un approccio didattico non convenzionale e molto interattivo.
Essendo il sottoscritto un insegnante nonché un divoratore di teatro, venuto a conoscenza del progetto, ho contattato questi attori simpatici, coraggiosi e intraprendenti ed ho organizzato nella scuola superiore dove insegno una delle loro lezioni/spettacolo: “Poesia è far entrare il mare in un bicchiere” tenuta da Marco Di Giorgio.
I miei ragazzi, 15/16 anni, seconda superiore, che, come previsto dal Ministero, affrontano il testo poetico nei programmi di italiano, sono studenti che seguono corsi tecnici/professionali di grafica e commerciali e quindi non proprio avvezzi alla poesia: una bella sfida, per loro e per gli attori. Per me!
Con il supporto di una serie di diapositive attraverso le quali viene spiegato “l’ABC” del testo poetico, interagendo simpaticamente con i ragazzi, Marco Di Giorgio ha intrattenuto per un’ora e mezza (su due turni) un nutrito gruppo di studenti che si sono divertiti, emozionati ed hanno più volte applaudito il bravissimo attore.
Si parte con “Tanto gentile e tanto onesta pare” di Dante e “L’infinito” di Leopardi: dopo una spiegazione sulle tecniche poetiche utilizzate dai due autori, Marco fa partire una musica e “interpreta” le poesie. Ecco che il teatro invade la didattica. Le rime, le figure retoriche, le tipologie di testo passano in secondo piano e lasciano spazio all’interpretazione: adesso sono solo emozioni.
E, commosso, vedo i ragazzi che così faticosamente a scuola seguono materie che, a volte, non interessano, rimanere silenziosi, attenti e lasciarsi avvolgere dalla spirale di sensazioni che un testo interpretato può regalare.
Marco vuol mostrare ai ragazzi anche una poesia, che non è solo seria e drammatica, può anche far divertire. Ed ecco che si levano risate fragorose e applausi a scena aperta con richieste di bis da parte delle docenti di lettere sullo “Scherzo Estemporaneo” di Metastasio. in cui con linguaggio bucolico si narra di una signorina che, in piena campagna ed in secoli in cui mancava il concetto di carta igienica, fra le varie foglie con cui si terge dopo una funzione fisiologica, coglie per sbaglio un’ortica. Mente Marco simula lo sfregarsi disperato della pulzella contro una corteccia per fermare l’irritazione, vedo i ragazzi divertiti mi convinco sempre di più che “I Classici Liberamente” è un’idea strepitosa! Un’idea in stile Malacopia!
La lezione/spettacolo si chiude con “La pioggia nel pineto” che lascia tutti incantati. Applausi, ringraziamenti ed entusiasmo; i ragazzi tornano nelle loro classi divertiti. Mi piace pensare che forse il teatro ha compiuto l’ennesimo miracolo, quello di riuscire ad aprire le anime al bello, di avvolgere con le emozioni, di divertire, di suscitare interesse. Ora so che quando qualcuno di questi studenti incontrerà “La pioggia nel pineto” forse non penserà ad un un pallosissimo testo, ma a qualcosa di bello.
Nonostante l’immobilismo e le mille burocrazie che soffocano le nostre scuole, questa sì che è un’esperienza da ripetere come, entusiasti, mi chiedono il giorno dopo i ragazzi.
Federico Benna per malacopia
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