Ho pianto. Ieri sera, per la prima volta nella mia vita, ho pianto a teatro.
Il grande Wagner fa venire voglia a Woody Allen di invadere la Polonia. A me, invece, ha fatto scendere sulla guancia un lacrimone grande come il corridoio di Danzica. Sarà stato il ricordo delle immagini di Melancholia, il bellissimo film di Von Trier che aveva questo brano come colonna sonora. O, forse, il brano di Schoenberg, che l’aveva preceduto e che mi aveva ben predisposto l’animo. O, ancora e più semplicemente, il genio di Wagner misto alla bravura dell’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna, diretta dal Maestro Arturo Tamayo, che si è espressa in una esecuzione potente, calibrata ed elegante.
Risultato: nonostante il Vecchietto con l’enfisema che fischiava ogni 3 secondi e nonostante la Signora che ha impiegato l’intera serata per spogliare, rumorosamente, una di quelle caramelle con carta, controcarta e sacchetto – introvabili, ormai, se non ricoperte da tre dita di polvere in certe drogherie di paese-, io me ne stavo lì, a bocca aperta, con questo lacrimone che mi solcava la guancia e pensavo. Pensavo a quanto questo vecchio continente, che insultiamo di continuo, abbia regalato al mondo in parole, in musica, in sogni e a quanto faccia anche questa bellissima città in cui vivo, che amo e che di questi gioielli ci fa regalo molto più spesso di quanto si immagini.
Ma, a giudicare dai numerosi buchi in platea, peccato che i bolognesi fossero altrove.
Alessandro Brusa
…for malacopia
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