In questa stagione cinematografica, le pagine “sfogliate” della Marvel, apertura di tutti i film tratti da questi fumetti, corrono più velocemente del solito, partendo dall’ennesimo Uomo Ragno (addirittura un reboot!) e passando per il nuovo episodio Capitan America.
Ebbene, sono stato a vedere l’ennesimo X-Men. Confesso di aver perso il conto fra X-Men primo, secondo, the beginning, spin off e storie parallele. Ma la saga funziona e non è certo un mistero che nel 2016 ne uscirà uno nuovo, dal profetico titolo di “X-Men: Apocalypse”.
Lo scorso X-Men mi ha rapito fin dall’inizio, questo mi ha preso un po’ meno. L’avvio incuriosisce con l’arrivo di queste particolari “Sentinelle”, ma segue poi la “telefonata” allo spettatore per spiegargli come sarà la storia. Ma anche no!
Per fortuna, ci mettono poco a riacchiappare l’attenzione: il lato B di Hugh Jackman sullo schermo fa sempre un grand’effetto e uomini e donne indifferentemente iniziano a sognare o a provare un leggero sentore di invidia: vorrebbero essere come lui (innegabile) o essere stati nel letto con lui (innegabile anche questo). Anche in un altro momento di calo del film si ricorre a un po’ di carne esposta al sole, quella di Michael Fassbender (ma niente lato B), per poi riprendere con l’azione.
Per il resto, la storia corre via su due binari paralleli, tra salti fra passato e futuro (del resto già il titolo è uno spoiler: X-Men: giorni di un futuro passato). L’azione resta viva ed in alcuni momenti, creati forse per giustificare ancora di più la visione in 3D, ci si diverte proprio. Vedi la scena assolutamente meravigliosa che ha come protagonista un giovane Pietro, prelevato da casa, impiegato per la missione e poi riportato alla mamma. Facendo un confronto, è un po’ come quando rimanemmo a bocca aperta anni fa vedendo Neo di Matrix che si piegava per scansare le pallottole. Spettacolare!
Devo dire che si fa un po’ fatica a trovare un collegamento fra i vari personaggi e le storie passate: ci sono eroi che non apparivano più e che ora tornano, altri che si intravvedono appena ma tant’è, c’est le cinema!
Anche se l’elmetto toglie molto al fascino di Fassbender, il suo rimane il personaggio più magnetico e ambiguo ma la migliore, come bellezza e fascino, è invece la parte che Jennifer Lawrence rende propria con grazia e seduzione: Mystica. Estremamente sexy quando è squamata, lo è meno in abiti civili (sembra uscita da “The Hustler”) ma pur sempre credibile, come nei film della serie di Hunger Games.
E comunque, X-men è un film che ti fa riflettere (!). Uscendo dal cinema, ho pensato a quale superpotere avrei voluto avere io. Intanto non gradirei quello che mi fa soffrire “leggendo” nelle menti delle persone, e tanto meno la mutazione in un’orribile bestia quando mi innervosisco (succederebbe spesso). A decidere, mi ha dato una mano lo specchio di un negozio vicino al multisala: “Oh mio Dio, sono così grasso?”. Ed ho capito immediatamente che vorrei il superpotere di far comparire una bella tartaruga sui miei addominali da tavola. Non salverò il mondo, ma almeno aumenterò la mia autostima!
Una nota positiva. Questa serie, in modo più esplicito rispetto ad altri film, in cui superuomini superdotati di superpoteri salvano il mondo da qualsiasi supercatastrofe, glorificando alla fine il ruolo del popolo a stelle e strisce, calca la mano sulla diversità. La cosa è qui evidente a tal punto che viene esplicitato che “noi siamo diversi e per questo avete paura”. Vero. L’ignoranza fa molti più danni dei supereroi, da che mondo è mondo.
Comunicazione di servizio. Come in tutti i film della Marvel, l’ultima scena anticipa in qualche modo il film che verrà. A volte è nel sottofinale, a volte in mezzo ai titoli di coda. Questa volta è davvero in fondo in fondo, dopo 4 lunghi minuti di nomi e cognomi. Portate molta pazienza!
PS: La trama?! Ma sì, solita storia: il supereroe viene rispedito nel passato per far sì che una certa cosa (che porterebbe all’estinzione di tutti gli X-men, parenti e amici compresi) non succeda. Tutto chiaro, no?!
PS 2: Se nel film vi capitasse di avere come un dejà vu rispetto a “Game of Thrones”, non preoccupatevi: è proprio lui… 🙂
Gianni Ressi per malacopia
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